Si dice che chi vede il bicchiere mezzo vuoto è un pessimista.
Credo sia il contrario, lasciare uno spazio vuoto significa essere predisposti ad accogliere qualcosa di nuovo. Se nello stomaco rimane un po’ di posto, c’è ancora il gusto di assaggiare qualcosa. Non siamo sazi, è una bella notizia.
Senza pretese e con mezzi semplici, sto costruendo un podcast che racconta le notizie in cui c’è qualcosa di vuoto, qualcosa che si dilata a ospitare tutto ciò che non è già calcolato e archiviato e digerito. Il titolo “Mezzo vuoto” ce l’avevo in testa da due anni, almeno. E vuole esprimere l’opposto della pessima sensazione che ci pervade quando diciamo: “Ho raggiunto il colmo … non ne posso più”.
Posso ancora, invece. C’è ancora spazio, voglio lasciarlo. Per non ridurmi a un’indigestione di monologhi interiori. Ho sete e la realtà è piena di sorsi d’acqua dissetanti e sorprendenti.
Nella prima puntata ho parlato di Ines, un’anziana che è fuggita dall’ospizio per andare al mare: ascolta qui su Spotify oppure qui su Soundclound . Ne ha dato notizia il Corriere di Romagna
Nella seconda puntata che ho appena pubblicato parlo di Marco che fa il clown per i bambini che vivono sotto i bombardamenti: ascolta qui su Spotify oppure qui su Soundcloud . Ne ha dato notizia Avvenire
Ho inserito una pagina nel sito che raccoglie tutte le puntate del podcast.
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